Archivio per la categoria 'Mac' pagina 3 di 3



Set
20

Apple affida la fase di testing agli utenti finali?!

AppleNe parlavo ieri all’università  con un amico: Apple in quest’ultimo periodo, almeno secondo il mio modesto parere, si stato concentrando molto (troppo, direi) a mettere sul mercato prodotti innovativi e poco sulla qualità  di quest’ultimi.

Ecco a cosa mi riferisco:

  • prima la notizia di problemi allo schermo dell’iPod Touch
  • poi quella dei problemi per lo schermo degli iPod Nano 3G che sembra sia stato montato inclinato, ovvero non in linea con il case
  • poi l’iPod Touch con crisi d’identità 
  • poi la le tecniche di hashing per non permettere l’utilizzo dei nuovi iPod altre applicazioni che non siano iTunes escludendo di fatto Linux & simili (poi, che abbiano già  trovato la soluzione, è un altro discorso!)
  • poi la bella figura che Apple ha rimediato con i suoi clienti che avevano acquistato appena uscito l’iPhone, abbassando il prezzo da 599$ a 399$ e poi restituendo a quest’ultimi sono 100$ e, per giunta, sotto forma di buono acquisto da spendere negli Apple Store.
  • per concludere voglio spendere due parole sul MacBook “base”: costa 1049 euro e non ha il masterizzatore DVD, ma solo un arcaico lettore DVD e masterizzatore CD! Questa io la considero una vera e propria presa per il c*ulo nei confronti degli utenti (ovviamente finalizzata a far aumentare le vendite della versione “di mezzo” che costa 200 euro in più, ma creando l’illusione che un MacBook costi “solo” 1049 euro): provate a leggere i volantini delle varie catene di informatica, io non sono riuscito a trovare un portatile (e dico uno), anche tra quelli economicissimi, che non abbia il masterizzatore DVD (smentitemi se sbaglio), mentre Apple non lo include in un portatile da 1049 euro?!
  • e poi preferisco omettere i problemi che i miei colleghi di università  hanno avuto acquistando i MacBook e i MacBook Pro appena usciti..

Come accennavo nella premessa di questo articolo, secondo me, Apple sta limitando allo strettissimo necessario la fase di testing, così da immettere prima della concorrenza i prodotti sul mercato e affidando agli utenti finali questo compito (in pieno stile Microsoft). Non so a voi, ma a me, pur essendo un fan dei prodotti della Mela, questa cosa sta seriamente sulle scatole!

UPDATE DEL 21/09/2007

Ah, stavo quasi dimenticando (fortuna che huarache me l’ha ricordato!) i geniali (!!) schermi glossy (ovvero lucidi) dei MacBook e dei nuovi iMac (nei MacBook Pro, invece, è possibile scegliere tra lo schermo glossy e il classico schermo opaco), che hanno fatto storcere più di un naso, come evidenziato anche in questo post.

Ago
07

Tante novità  in casa Apple

Tante le novità  in casa Apple, dopo la conferenza stampa di oggi (tenutasi alle 19, ora italiana):

  • nuova tastiera (disponibile sia con, che senza fili): che si distingue dal modello precedente per lo spessore veramente contenuto.
  • nuovo iMac 20″ e 24″: è la novità  che tutti si aspettavano; è sparito il modello da 17″ per lasciare spazio alle nuove configurazioni equipaggiate con monitor da 20″ o 24″ (i prezzi vanno da 1199 a 2219 euro). Piccola nota sui materiali utilizzati ovvero plastica, alluminio e vetro, al fine di rendere i prodotti ancora più ecologici.
  • nuovi iLife ’08 e iWork ’08.
  • nuovo Mac Mini: voci di corridoio lo davano per spacciato, invece Apple lo ha migliorato dotandolo di processore Intel Core 2 Duo. Due le configurazioni disponibili per un prezzo che va dalle 599 alle 779 euro.

Ovviamente, tutti i prodotti citati, sono già  disponibili nello store italiano di Apple.

Giu
21

Aspettando Leopard, ecco 33 screenshot

Apprendo da Melamorsicata che il sito ThinkSecret ha pubblicato 33 screenshot di Leopard, il nuovo sistema operativo di casa Apple. Le immagini sono state prese dalla beta distribuita agli sviluppatori al WWDC e si riferiscono alla build 9A466.

Gli screenshot, che potete trovare qui, fanno riferimento al dock 3D, Spaces, Cover Flow, Times Machine, Stacks e altro.

Giu
11

Tutte le novità  del WWDC 2007

Si è tenuta oggi a San Francisco alle ore 10 locali (alle 19 in Italia), il WWDC 2007 (che sta per Worldwide Developers Conference 2007). Questa conferenza è organizzata da Apple per presentare tutti i nuovi prodotti che usciranno a breve o che sono in fase di sviluppo.

Io ho seguito l’intero evento, attendendo con ansia qualche asso nella manica di casa Apple, ma sono rimasto un tantino deluso, tante chiacchiere (forse troppe) e poche novità  degne di questo nome.

Comunque, volendo ricapitolare il WWDC in poche parole, si è parlato di:

  • Safari 3: il browser di default di Mac OS X approda anche su Windows. Secondo Apple, Safari sarebbe il doppio più veloce di Firefox e Internet Explorer 7 (io ho i miei dubbi). Comunque, se volete provarlo, è disponibile, in public beta, sia per Mac che per Windows qui.
  • Leopard: gli utenti della mela lo attendono con estrema ansia e sembra proprio che non deluderà  le aspettative. Ci diverse novità , sia estetiche (roba da rimanere a bocca aperta), che “strutturali” (nuovo Finder, Time Machine, filesystem zfs, Dashboad e tantissimi nuovi giochi).
  • iPhone: il tanto atteso gioiellino di casa Apple sarà  commercializzato a partire dal 29 giugno prossimo. Anche gli utenti (più esperti) potranno sviluppare applicazioni ma, per utilizzarle, bisognerà  essere collegati ad internet (il che, date le tariffe web degli operatori telefonici italiani, non mi sembra una gran bella notizia).

Per una analisi più dettagliata degli argomenti di questo WWDC, vi rimando all’ottimo articolo di Kiro di Melamorsicata.

WWDC 2007

Apr
16

Apple sacrifica Leopard per l’iPhone

Apple ha confermato le indiscrezioni precedenti che la volevano intenzionata a posticipare l’uscita di “Leopard”, la nuova versione del sistema operativo di casa Apple. La data d’uscita passa quindi dalla primavera ad ottobre, l’azienda, tuttavia, si è impegnata a rilasciare una versione beta per il Worldwide Developers Conference (WWDC) che si terrà  a giugno.

Apple ha motivato il ritardo dicendo che l’iPhone contiene il software più sofisticato mai venduto su un dispositivo mobile (si parla di una versione “alleggerita” di Leopard) e ciò ha assorbito completamente gli ingegneri, distraendoli dal prossimo lancio del nuovo sistema operativo.

Il tanto atteso iPhone verrà  distribuito in America a partire dall’11 giugno (proprio il giorno in cui avrà  inizio il WWDC); noi Europei, invece, dovremo pazientare fino a fine anno.

Intanto, per i più curiosi, ecco un piccolo assaggio:

Mar
12

Fink: il software open source sbarca su Mac OS X

Se, oltre ad essere utenti Mac, siete anche degli utenti *unix, sono sicuro che molte avrete rimpianto qualche software che gira sui sistemi *unix, ma che non ha un porting relativo su Mac OS X.

Fink è la soluzione che cercavate: è un progetto (open source) che vuole portare il mondo di *unix e del software open source in Darwin e Mac OS X.

Lo scopo del progetto, in primis, è quello di modificare il codice esistente di software open source in modo che si compili e che funzioni su Mac OS (questo processo è chiamato porting) e poi di rendere disponibili agli utenti normali, distribuzioni semplici che assomiglino a quelle usate dagli utenti *unix (questo processo è chiamato packaging) offrendo pacchetti binari precompilati e automatizzando il sistema di compilazione da codice sorgente.

Per raggiungere questi obiettivi, Fink si basa su un eccellente gestore di pacchetti prodotto dal progetto Debian: dpkg, dselect e apt-get. Oltre questo, Fink aggiunge suoi personali gestori di pacchetti, chiamati fink. Potete vedere fink come un compilatore che prende le descrizioni pacchetti e ne produce dei pacchetti binari .deb: in questo processo, scarica il codice sorgente direttamente da internet, rattoppa il tutto se necessario, quindi passa attraverso il completo processo di configurazione e costruzione del pacchetto. Per ultima cosa, raccoglie i risultati in un pacchetto che è pronto per essere installato da dpkg.

Da quando Fink è nato su Mac OS X, esso ha una ristretta politica per evitare ogni tipo di interferenza con il sistema base.

Perchè usare Fink? Cinque motivi per usare Fink per installare software Unix sul tuo Mac:

  • Potenza: Mac OS X include solo una serie di comandi base, Fink apporta un accrescimento di queste utility.
  • Comodità : con Fink il processo di compilazione e di risoluzione delle dipendenze è completamente automatizzato.
  • Sicurezza: la stretta politica di Fink rende sicure le parti vulnerabili del sistema Mac OS X che non vengono toccate. Inoltre l’impacchettamento del sistema ti permette di rimuovere senza problemi il software di cui non hai più bisogno
  • Coerenza: Fink non è solo una collezione casuale di pacchetti, è una distribuzione coerente. I file installati vengono posizionati in luoghi precisi. La documentazione viene mantenuta aggiornata. C’è un’interfaccia di controllo dei processi.
  • Flessibilità : dovete solo scaricare e installare il programma di cui avete bisogno. Fink vi dà  libertà  di installare XFree86 o altre soluzioni X11 in qualsiasi modo voi vogliate.

Dopo questa ampia prefazione vediamo come funziona Fink dal punto di vista strettamente pratico:

  1. per prima cosa bisognare effettuare il download del programma da questo link se avete un Mac con processore PPC, da quest’altro se avete un Mac Intel
  2. doppio-click Fink-0.8.1-Installer.dmg per montare il disco immagine, quindi doppio-click sul pacchetto Fink 0.8.1 Installer.pkg situato all’interno e seguite le istruzioni indicate a video.
  3. alla fine dell’installazione, verrà  lanciata l’utility pathsetup. Vi verranno chiesti i permessi di root prima che la vostra configurazione di shell venga modificata. Quando l’utility avrà  completato l’operazione, avrete completato il processo. Se qualcosa andasse storto durante questo processo, potete riprovare lanciando l’applicazione pathsetup posizionata nel disco di installazione, o lanciando il comando (nella finestra di Terminal.app): /sw/bin/pathsetup.sh (ogni utente del computer deve effettuare questo comando per poter usare Fink).
  4. aprite una nuova finestra Terminal.app ed eseguite il seguente comando: fink scanpackages; fink index, o usate l’applicazione inclusa Fink Commander GUI (come indicato successivamente) ed eseguite i seguenti comandi dal suo menu: Source->scanpackages seguito da Source->Tools->index.
  5. una volta che questi due comandi sono terminati, dovrete aggiornare il fink package (come indicato successivamente), nel caso in cui ci siano stati grossi cambiamenti rispetto all’ultima release.

Dopo aver fatto tutto questo potrete procedere all’aggiornamento e all’installazione di altri paccchetti. Esistono vari metodi per farlo:

1) usando Fink Commander

Fink Commander è un semplice GUI (interfaccia grafica) per Fink. E’ un metodo raccomandato ai neofiti o agli utenti che non sono a loro agio con la linea di comando. Fink Commander ha i menu Binary e Source: dovrete installare dai Binary se i Developer Tools non sono installati o non volete compilare i programmi voi stessi.
Una volta effettuato il download, aprite il file FinkCommander_0.5.4.dmg con un doppio click, copiate l’applicazione o l’intero volume nella vostra cartella /Applicazioni. Eseguite finkcommander e l’applicazione si aprirà  con un dialogo informandovi di non avere i necessari permessi e che procederà  ad una autoriparazione (self-repair), date i permessi per l’operazione e finito il tutto il vostro sistema è correttamente installato.

Per rendere il sistema più aggiornato è consigliabile a questo punto fare una serie di operazioni:

  • dal menu Source selezionate scanpackages, digitate la password dell’amministrazione ed attendete la fine dell’operazione.
  • Successivamente, selezionate dal menu Source -> Utilities ->index.

Fatto ciò, siete di fronte ad un bivio: installare i packages dai sorgenti (il codice sorgente occorre la installazione dei developer tools-xcode tools di apple) o dai binari (il codice precompilato).

Rimaniamo, per supposizione, al fatto che userete il formato binary (nessuno vi vieta di cambiare idea in seguito):

  • dal menu Binary -> Update descriptions facciamo prima un update dei pacchetti di Fink.
  • Ora selezionate il pacchetto Fink dalla lista dal menu Binary -> Install.

Benissimo, la vostra installazione è (finalmente) completa!

La sequenza raccomandata attraverso Fink Commander per aggiornare Fink e altri pacchetti base (che saranno compilati automaticamente) è:

  • dal menù Source -> Selfupdate
  • poi, sempre dal menù Source -> Update-all

Ora che avete aggiornato fink, potete installare gli altri pacchetti:

  • per installarli da binari, selezionate il pacchetto, e usate Binary->Install
  • per installarli da codice sorgente, selezionate il pacchetto, e usate Source->Install

2) Usando apt-get

Apt-get scaricherà  ed installerà  i pacchetti per voi, risparmiando il tempo di compilazione. Se non avete i Developer Tools installati, in alternativa potete anche usare il metodo binary di Fink Commander (descritto sopra).

Per aggiornare Fink aprite una finestra di Terminal.app e scrivete

sudo apt-get update ; sudo apt-get install fink

Una volta aggiornato Fink, potete installare gli altri pacchetti, usando la stessa sintassi, ad esempio: sudo apt-get install gimp per installare Gimp. Notate, comunque, che non tutti i pacchetti di Fink sono disponibili in forma binaria.

3) Installando da codice sorgente

Per aggiornare Fink digitate (nellla finestra di Terminal.app) fink selfupdate: una volta lanciato lanciato, selezionate l’opzione, rsync e questo aggiornerà  automaticamente il pacchetto Fink.

Una volta che Fink è aggiornato, potete usare “fink install” per scaricare e compilare da codice sorgente. Ad esempio, per installare Gimp, digitate fink install gimp.

Feb
21

Attivare il safe sleep (modalità  di ibernazione) su Mac OS X

So di essere arrivato un po’ tardi, visto che questo hack esiste da più di un anno, ma io, purtroppo, ne sono venuto a conoscenza solo stamattina.

Come molti di voi sapranno, esistono due metodi per congelare lo stato del computer:

  • quello adottato da Mac OS X, che entra nella modalità  a basso consumo alimentando soltanto la RAM di sistema in modo da mantenere attive tutte le risorse allocate
  • e quello di Windows che utilizza la cosidettà  modalità  di ibernazione.

In quest’ultimo caso caso, il sistema operativo si occupa di salvare il contenuto della RAM all’interno del disco rigido, togliendo l’alimentazione ai componenti del computer con un conseguente risparmio di energia (circa 1% ogni ora e mezza), ma con un conseguente riavvio più lento (è necessario infatti che il computer faccia l’operazione inversa, ovvero copiare il contenuto dal disco rigido alla RAM).

Quello che pochi sanno è che basta possedere un Mac discretamente recente (non più vecchio di tre anni, ma la casistica varia molto) con installato almeno Mac OS X 10.4.3 per attivare l’Hibernation Mode sebbene il suo utilizzo, a meno di hack sotto descritti, sia limitato esclusivamente agli ultimi PowerBook prodotti. Vediamo insieme come procedere:

1. Applicare le proprietà  del Safe Sleep

Scrivete sul Terminale i seguenti comandi (facendo seguire ogni riga da un a-capo):

sudo nvram nvramrc='” /” select-dev
” msh” encode-string ” has-safe-sleep” property
unselect

sudo nvram “use-nvramrc?”=true

e riavviate il computer.

2. Abilitare la modalità  di ibernazione

Prima di continuare, assicuratevi di avere almeno tanto spazio libero su disco rigido, quanta è la RAM installata sul vostro computer + 750 MB (ad esempio, se avete 512MB di RAM, dovete avere almeno 1,2GB di spazio libero libero).

Ora scrivete nel Terminale:

sudo pmset -a hibernatemode 3

Questo creerà  un file dove verrà  salvato il contenuto della RAM (/var/vm/sleepimage). Nel caso in cui utilizziate la modalità  Memoria Virtuale Sicura di File Vault, sostituite il 3 con 7, in modo da disabilitare l’ibernazione criptata.

Il vostro Mac ora andrà  in ibernazione (Safe Sleep) soltanto nel caso in cui decidiate di stopparlo e l’energia della batteria sia quasi esaurita.

In realtà  è possibile utilizzare sempre il Safe Sleep scrivendo, sul Terminale:

sudo pmset -a hibernatemode 1

(inserite 5 al posto di 1, nel caso in cui utilizziate la memoria virtuale sicura).

3. Verificare se il SafeSleep funziona

Per verificare che le modifiche apportate siano andate a buon fine, mettete il vostro computer in Stop, osservate “il respiro” e avviatelo di nuovo; aprire il Terminale e digitate:

cat /var/log/system.log | grep SafeSleep

l’output che dovreste avere è qualcosa del genere:

Feb 21 17:01:00 iBook kernel[0]: System SafeSleep

Annullare tutte le modifiche apportate

Per disabilitare completamente il Safe Sleep digitate:

sudo pmset -a hibernatemode 0

Invece, per fare una disinstallazione completa di tutte le modifiche fatte fino ad ora, digitate:

sudo nvram “use-nvramrc?”=false

Conclusioni

Sono sicuro che molti di voi si staranno chiedendo: “ma in cosa è veramente utile questo Safe Sleep?!“.

Secondo me è utile, ad esempio nei seguenti casi:

  • quando avete pochissima batteria residua, il computer va automaticamente in Stop e, se non potete attaccarvi alla rete elettrica nel giro di qualche ora, normalmente rischiate di perdere tutto il lavoro; con Safe Sleep, invece, rimane tutto memorizzato.
  • normalmente in fase di Stop in cui la RAM continua ad essere alimentata, mentre in fase di ibernazione, il consumo di energia è praticamente nullo
  • abilitando definitivamente il Safe Mode (dando, come detto sopra, il comando sudo pmset -a hibernatemode 1) e mettendo il computer in Stop, questo si spegne e, riaccendendolo, in pochi secondi avrete di nuovo il sistema operativo avviato con tutti i programmi attivi al momento dello Stop.

P.S. 1 Per chi non si sentisse a proprio agio con la linea di comando c’è un software di Jack Overfull chiamato SuspendNow! che automatizza le operazioni.

P.S. 2 C’è anche comodissimo widget chiamato Deep Sleep che, facendo click su di esso, abilita la modalità  di ibernazione, mentre preserva il comportamento predefinito in tutti gli altri casi.

P.S. 3 Non mi ritengo assolutamente responsabile di eventuali danni che potreste provocare eseguendo i comandi descritti in questo articolo.

Feb
01

Trasformare il Mac in un punto di accesso Fon

Questa è la notizia apparsa qualche ora fa sul blog italiano di Fon:

“Abbiamo appena rilasciato la versione beta del FON Access Software per Mac. Abbiamo intenzione di rilasciare la versione definitiva per metà  Aprile. Se volete prendere parte alla fase finale di test potete scrivere ad Albert.

Il nuovo software trasforma il tuo Mac in un punto di accesso Fon per offrire una connessione FON WiFi a tutte le persone vicine a te. E’ possibile regolare la quantità  di banda che vorrete condividere per essere sicuri che la vostra connessione resti di qualità . La banda condivisa sarà  di libero uso per i FONeros Linus e costerà  3 euro/dollari il primo giorno e 2 euro/dollari per i giorni successivi per gli altri. In qualità  di Bill potrete incassarne il 50%.”

L’idea mi sembra rivoluzionaria nonchè molto interessante, non credete?

Nov
13

Programmi Open Source? Sì grazie, anche su Mac OS X!

In questa serata di febbricitanza mi son detto: “perchè non scrivere un bel post sui programmi open source (o comunque freeware) disponibili per Mac OS X?!”

Faccio prima di tutto una premessa: gli utenti *unix sono abituati ad usare, nei loro sistemi, quasi e solo programmi open source, gli utenti Windows, in genere, quasi e solo programmi commerciali.

Mac OS è una via di mezzo tra i due: è disponibile tantissimo software commerciale per questo sistema operativo e anche tantissimo software open source. Allora perchè non sfruttarlo? Anche perchè è completamente gratuito!

Un utente Mac, se decide di installare software open source, ha due possibilità :

  • compilare tutto dai sorgenti (con il rischio di cadere in un ciclo infinito di dipendenze) magari avvalendosi dei darwinports o affidarsi a Fink (se qualcuno si chiedesse cosa sia e come si usa, può approfondire l’argomento leggendo questo mio post!);
  • usare le tantissime applicazioni open source già  compilate per Mac ed installabili con un click!

Io, tutte le volte che posso, scelgo la seconda possibilità  per ovvi motivi!Ecco, quindi, una carrellata di programmi open source compilati per Mac (dove non specificato, l’applicazione gira sia su processori PowerPC che Intel) divisi per categorie e con, al fianco, una breve descrizione:

Ufficio e produttività :

  • OpenOffice.org: è una suite per ufficio multipiattaforma e multilingua compatibile con tutte le altre principali suite per ufficio.
  • NeoOffice: è un insieme completo di applicazioni per l’ufficio (inclusi word processor, foglio elettronico, programma per presentazioni e per il disegno). Basato sulla suite di programmi per l’ufficio OpenOffice.org, NeoOffice ha integrate dozzine di caratteristiche native per Mac e può importare, modificare, e scambiare file con altri suite per l’ufficio popolari come Microsoft Office.

Rete:

Continua la lettura di ‘Programmi Open Source? Sì grazie, anche su Mac OS X!’




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